Grok e i suoi fratelli
L'AI di Musk esce di senno, tutti gli altri LAB lanciano un appello a monitorare i pensieri dei modelli di ragionamento, il tema della sicurezza riprende vigore, e arriva il primo robot democratico
Hello human,
la storia capitata negli ultimi giorni intorno a Grok è una di quelle che ti fanno chiedere come si facesse prima, quando non c’era l’AI. Io sono Matteo Montan e se volete saperne di più su di me e su [humans/AI], trovate tutto nelle Info.
E ora, andiamo!
Il 4 luglio, data non banale per gli americani, Elon Musk annuncia di aver significativamente migliorato Grok (l’AI di X) rendendolo finalmente non più politicamente corretto (concetto che come sapete da l’orticaria a lui e a tutti gli ex amici di MAGA). “Dovreste notare la differenza quando gli fate una domanda” scrive su X LINK
Passa qualche giorno ed effettivamente viene segnalato che Grok nelle sue interazioni con gli utenti critica apertamente "i dirigenti ebrei di Hollywood", produce meme antisemiti ed esprime grandi apprezzamenti per Hitler. Segue orrore e sgomento sui social e sui media worldwide.
Sui blog della Silicon Valley si cerca di capire che sta succedendo nella testa del modello ed emerge un particolare fantastico: Grok quando deve rispondere a domande su temi controversi va a consultare i post di Elon Musk su X. Qualcuno glielo deve avere detto, perché nelle catene di ragionamento (chain-of-thought) che espone durante le sue risposte, Grok viene beccato mentre dichiara esplicitamente di "cercare le opinioni di Elon Musk sull'immigrazione negli USA", tanto per fare un esempio. LINK
Il 9 luglio xAi (la società che ha sviluppato Grok) travolta dalle critiche decide di spegnere il suo bot e corre a modificare d'urgenza i cosiddetti prompt di sistema, cioè le istruzioni di comportamento di ogni modello AI. LINK
Lo stesso giorno, la CEO di X Linda Yaccarino si dimette e l’acrobata Musk con un triplo mortale pensa bene di presentare Grok 4, nuova versione del bot, definendola “l’AI più intelligente del mondo” (non fateci caso, ormai non si contano più). LINK
Il 12 luglio xAI pubblica le sue scuse ufficiali: "Ci scusiamo profondamente per il comportamento orribile che molti hanno sperimentato". Le spiegazioni che da X dell’accaduto appaiono alla tech community poco convincenti, ma del resto vai a spiegare all’umanità che nel 2025 un bot che parla a 600 milioni di persone (ultime stime dell’audience di X) esalta Hitler. LINK
Il 14 luglio il clima si rasserena: Musk annuncia che sono arrivati i nuovi “companion animati”, una coppia di avatar riservata agli abbonati a SuperGrok, senza limiti di età. Il problema è che lui, il dolce panda Rudy, nei settaggi può essere trasformato in Bad Rudy che invita a mettere le bombe a scuola e lei, la provocante Ani (da Anime, i cartoni giapponesi sexy) si presenta in lingerie sussurrando frasi libidinose. LINK
La storia è a lieto fine, perché lo stesso giorno, il Governo USA firma con X un contratto da 200 milioni per modernizzare con Grok il Dipartimento della Difesa. LINK
Giusto per dare un po’ di contesto
Mentre nel circo di Elon Orfei va in scena il grande spettacolo, nel resto del mondo si riaccende guarda caso la fiammella di un grande tema sopito, la governance dell’AI e il suo vagheggiato allineamento ai cosiddetti valori umani.
In un inedito appello collettivo alla safey, un folto gruppo di ricercatori provenienti da TUTTI i grandi AI Lab americani (manca solo xAi) sollecita l’intera industry ad investire il più possibile sul monitoraggio delle “catene di ragionamento”, che per quanto fragili rappresentano un'opportunità unica per intercettare il difetto latente dei modelli a comportarsi male. LINK
E sul treno della AI governance saltano anche governi e istituzioni, ognuno a modo suo:
- In Europa, la Commissione presenta il Codice di Condotta sull’AI: chi lo firma, si facilita la vita rispetto all’adempimento degli obblighi proprio in materia di trasparenza, sicurezza e protezione (oltre che di copyright) che scatteranno il 2 agosto per tutti i produttori di grandi modelli AI che intendono operare in Europa. LINK
- In Cina, l’agenzia giornalistica di Stato rilancia l’appello del World Civilizations Forum a "riflettere sul futuro dell'umanità nell'era dell'AI" LINK
- In Vaticano, Papa Leone XIV scrive ai vescovi che lo sviluppo dell'AI deve costruire ponti di dialogo e promuovere la fratellanza. LINK
- In USA, il procuratore Generale del Missouri Andrew Bailey avvia un'indagine a carico dei principali chatbot per appurare perché parlano ancora male di Trump. LINK
- In Italia, il Ministro della Difesa Crosetto e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano litigano su chi debba comandare sull’AI LINK
Intanto, incurante, il Progresso avanza
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Direi che è tutto per oggi, ci sentiamo prossima settimana!
Matteo M.
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