Hello humans,
oggi vi vorrei raccontare perché di questi tempi non è affatto facile scrivere di AI (e la colpa è quasi sempre di noi umani, come vedremo). Lo spunto mi viene dal recente “caso Manus” di cui forse avete letto sui media mainstream negli ultimi giorni. Il pezzo ha richiesto un po’ più di elaborazione del solito, quindi, ve lo servo per il Tea Break (formula paraculesca che uso quando il Lunch break va lungo…). Io sono Matteo Montan e questa è [humans/AI] e se volete saperne di più sulla newsletter e su di me trovate tutto nelle Info. E ora, andiamo!
Partiamo da un’altra definizione della Treccani a cui voglio sempre molto bene, Hype, voce dell’inglese americano dalle numerose sfumature di significato: ‘pubblicità eccessiva o ingannevole’. L’hype è un concetto chiave quando si parla di tecnologia , e ora di AI. Forse addirittura per il caso dell’agente cinese Manus si potrebbe invocare l’allucinazione collettiva, fenomeno il cui inizio andrebbe fatto risalire alla recente apparizione del modello cinese DeepSeek, (ne ho parlato tante volte, la prima qui) dopo la quale nel mondo tech dell’Occidente nulla è stato più come prima (in parte per un nostro complesso di inferiorità verso i cinesi, in parte per la bravura dei cinesi a sfruttarlo manipolandoci).
Chi è Manus
Leggo dal sito dei suoi creatori: “Manus, derivato dal termine latino per mano, è un agente AI generale che trasforma i tuoi pensieri in azioni”.
In un video postato il 5 marzo e da cui è partita la rumba, il solito ragazzo cinese in felpa grigia, capelli a caschetto e occhialoni (nel caso il chief scientist di Manus AI Yichao Ji) precisa che modestamente si tratta del “next paradigm of human-machine collaboration” (lo lascio in inglese che è più epico)
Cosa è un agente AI
Lo abbiamo raccontato più volte: a differenza del chatbot che conversa con te in varie modalità (testo, audio, video) , l’agente è una applicazione più evoluta dell’AI generativa che non solo conversa ma fa autonomamente le cose che tu gli dici di fare, attualmente solo sul tuo computer, prima o poi anche nel mondo fisico (a quel punto saranno agenti robot ). Tenete conto che agent è stata ed è tuttora la AI buzzword del 2025, anticipata in mille articoli che a fine 2024 dovevano per forza preconizzare quale sarebbe stata la next big thing dell’AI dopo i chatbot. Come abbiamo già scritto, le promesse degli agenti non sono ancora state del tutto mantenute.
Cosa farebbe Manus
La demo contenuta nel video virale di Yichao Ji mostra Manus che seleziona curriculum, identifica correlazioni tra vari titoli azionari e cerca immobili a New York, valutando le scuole nelle vicinanze e analizzando quanto l'utente può realisticamente permettersi di spendere. Manus - assicura Ji - lavora nel cloud, il che consente agli utenti di chiudere il laptop mentre l'AI è al lavoro.
Manus – assicura ancora Ji- supera i due prodotti più autonomi di OpenAI (Deep Research e Operator) in un popolare test per assistenti AI , il benchmark chiamato GAIA. E sul sito web della startup cinese che sta dietro a Manus (Butterfly Effect) vengono forniti altri esempi di ciò che la piattaforma parrebbe poter fare, tra cui programmare videogiochi.
Dicono di Manus
Manus viene lanciato con formula “versione beta chiusa ad invito” è quindi pochi lo provano davvero (è una vecchia tecnica, chiamata scarcity marketing, gli invitati si sentono lusingati).
Uno dei primi a provarlo è il responsabile prodotto di Hugging Face (la più importante piattaforma al mondo per chiunque cerchi modelli AI pre-addestrati). In un post su X definisce Manus "lo strumento AI più impressionante che abbia mai provato".
Seguono osanna su social e media.
Alcuni AI influencers diffondono un video in cui Manus - apparentemente - fa cose incredibili su delle app per smartphone (la società poi dirà che non si tratta di Manus). Altri influencers affetti da sindrome cinese si lanciano in parallelismi acrobatici tra Manus e DeepSeek, ma dimenticano di dire che diversamente da quest’ultima, la Butterfly Effect per creare Manus non ha sviluppato un proprio modello AI (si appoggia a prodotti di terzi) e non ha reso disponibile al mondo la sua tecnologia.
In tutto questo, gongola il cinese Global Times, il sito del Quotidiano del Popolo, facendo la rassegna stampa dei media internazionali che salutano l’arrivo del salvatore Manus. Uno per tutti, l’americano Forbes, non proprio l’ultimo dei pirla, che senza fare nessuna prova sul campo titola cautamente: “Manus, l'agente autonomo cinese che cambia tutto”.
La prova su strada di Manus
Qualcuno però, nel mare di commenti che celebrano la nuova rivoluzione cinese, comincia a porsi qualche dubbio: Manus ripete gli stessi errori in loop infiniti, cade su domande fattuali, etc etc. In un mirabile pezzo di giornalismo tech Kyle Wiggers (evidentemente invitato alla beta) racconta la sua esperienza con Manus.
Kyle chiede nell’ordine all’agente cinese di:
ordinare un panino al pollo fritto da un fast food ben valutato nel suo raggio di consegna. Risultato: Manus dopo circa 10 minuti va in crash (Kyle poi ritenta, Manus trova il panino giusto, ma alla fine non riesce a completare l’ordine).
prenotare un volo da NYC al Giappone, dando istruzioni che non lasciano spazio all'ambiguità ("cerca un volo in business class, dando priorità al prezzo e a date flessibili"). Risultato: Manus sforna una serie di banali link a tariffe su diversi siti web, alcuni dei quali per altro non funzionano.
prenotare un tavolo per una persona in un ristorante a pochi passi. Risultato: Manus fallisce dopo pochi minuti.
creare un gioco di combattimento ispirato a Naruto. Risultato: Manus dà errore dopo mezz'ora.
“A quel punto – scrive il giornalista - ho deciso di gettare la spugna”.
La verità sul piccolo Manus
Un portavoce di Manus dopo avere letto il pezzo di TechCrunch rilascia la seguente dichiarazione: "Come piccolo team, il nostro focus è continuare a migliorare Manus e creare agenti AI che effettivamente aiutino gli utenti a risolvere problemi [...] L'obiettivo principale dell'attuale beta chiusa è testare sotto stress varie parti del sistema e identificare problemi. Apprezziamo profondamente le preziose intuizioni condivise da tutti." Leggero downgrade da “prossimo paradigma della collaborazione uomo-macchina”.
Morale
L’AI generativa è stato il primo caso a mia memoria (e maneggio professionalmente tecnologia almeno dal 2000 d.c. , Prima Bolla di Internet) in cui un prodotto (ChatGPT) è arrivato prima della sua buzzword (vi ricordate il metaverso, vero?) Manus è il primo caso globale di AI in cui l'hype corre più veloce del prodotto. Dovremo abituarci. E’ tutto per oggi, a domani!
Matteo. M
PS Quasi mi dimenticavo, una circolare della Commissione Municipale per l'Istruzione di Pechino informa che dal 1° settembre scattano otto ore di lezione di AI obbligatoria per gli scolari delle elementari.