Hello humans,
io sono Matteo Montan e questa è [humans/AI] L’edizione di oggi, come vedrete, è monotematica e molto corposa quindi prendetela come il Weekly Brunch di questa settimana (se non sapete cos’è vi rimando alla pagina delle Info dove potrete familiarizzare con il progetto editoriale e il suo autore…). E ora, andiamo!
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Questo è il settimo giorno di [humans/AI] e il primo bilancio è veramente molto positivo:
mi sto divertendo come un pazzo a scriverla, e mi hanno detto che si vede
siamo già quasi 500 e se mi date una mano a superare entro il we la prima soglia psicologica ci sarà un premio per i più bravi! chi porterà a bordo almeno 3 nuovi amici molto motivati avrà in regalo una giornata con il suo content creator preferito! (per capirla al volo dovete essere nati almeno a inizio anni Ottanta, se no gustatevi questa videochicca)
i feedback sono tanti e davvero buoni, mi danno la carica e mi aiutano ad aggiustare il tiro, quindi please continuate a scrivermi, commentare, mandare spunti, appunti, whatever
Per celebrare il settimo giorno, diversamente da altri (amici praticanti, dai scherzo!), ho scelto di non riposare e di scrivere un pezzo che parte proprio da un commento.
Lo ha postato il mio amico Pietro all’alba di stamane (non dorme mai) per chiosare la newsletter di ieri sull’evoluzione del pensiero critico nell’era dell’AI. Per esigenze narrative, lo ricopio qui in chiaro: “Dopo ogni discontinuità gli humans hanno trovato una strada per migliorare e vivere meglio: dalla scoperta del fuoco e della ruota, dell'automobile e del volo...dal pc al cellulare...anche l'energia atomica (la sparo grossa)”
Allora, io e Pietro (che chiamerò d’ora in poi “Dena” per distinguerlo dall’amico omonimo che cito appena tre righe più sotto), ci stuzzichiamo intellettualmente dai tempi del liceo, ed ha anche avuto un ruolo nella nascita di questa newsletter. E’ il classico agent provocateur, il tipo di persona che 9 su 10 non crede alle cose che dice ma te le dice perché per lui discutere è come andare in palestra (e a proposito di “palestre per la mente” vi rimando appunto al bel commento fatto ieri da un altro Pietro che stimo assai!).
Tornando al Dena, dire a me (uno che nella pagina di benvenuto della sua newsletter presenta l’AI come “una tecnologia sconcertante che evolve giorno dopo giorno in mezzo a noi come una nuova Specie”) che la medesima AI è come l’automobile è chiaramente una provocazione. Senza scomodare il concetto di nuova Specie che sta alla base di questo mio progetto editoriale (e che richiamo non in senso biologico ma per la sua straordinaria forza evocativa), a me appare piuttosto evidente che l’intelligenza artificiale non è paragonabile a nessuna precedente innovazione. Però il commento meritava una risposta, quindi invece di fare al Dena un lungo pippone che peraltro gli ho fatto mille volte, ho pensato di fare rispondere per me a The Hateful Eight (ChatGPT, Claude, Copilot, Le Chat, DeepSeek, Gemini, Grok e Perplexity).
Perché l’AI è una discontinuità unica in 8 tabelle
A tutte e otto ho dato lo stesso prompt: “In che cosa l’AI per l’uomo è una discontinuità diversa dalla scoperta del fuoco, dall’invenzione della ruota, del PC, dell’auto, degli aerei, del cellulare e della bomba atomica? Dammi una risposta ragionata e proviamo a creare una tabella in cui elenchiamo le caratteristiche dell’AI e su queste spuntiamo le caselle per le altre discontinuità”.
Ecco le tabelle di sintesi presentate in ordine alfabetico e senza commento umano che sono state elaborate dalle 8 AI con tempi di reazione tra 1 e 5 secondi ed a cui affido la mia articolata risposta (per vederle bene suggerisco oggi una lettura della newsletter da PC, ma anche su mobile si espandono, basta fare tap). Sono molto interessanti da spulciare e visto che è un lavorone, fate con calma, potete leggerlo anche nel week end.
1 – ChatGPT (OpenAI)
Sua sintesi: dalla tabella emerge come l’AI sia l’unica tecnologia che combina capacità cognitive, autonomia decisionale e adattabilità, rendendola una discontinuità radicale.
2 - Claude (Anthropic)
Sua sintesi: come possiamo vedere, l'AI si distingue principalmente per la sua autonomia decisionale, capacità di apprendimento e potenziale di superare le capacità del suo creatore.
3 - Copilot (Microsoft)
Sua sintesi: mentre la scoperta del fuoco, l'invenzione della ruota, del PC, dell'auto, degli aerei, del cellulare e della bomba atomica hanno avuto un impatto significativo sulla civiltà umana, nessuna di queste tecnologie ha la capacità di apprendere, adattarsi e migliorare da sola.
4 - DeepSeek/DeepSeek
Sua sintesi: l’AI è una discontinuità unica perché agisce autonomamente, impara e si adatta, ridefinendo il ruolo dell’uomo come unico agente intelligente. A differenza di tecnologie passate, minaccia non solo la sopravvivenza fisica, ma l’identità umana, la democrazia e il controllo sui sistemi globali, con rischi esistenziali e impatti filosofici senza precedenti.
5 - Le Chat (Mistral)
Suo commento: questa tabella evidenzia come l'AI presenti caratteristiche uniche che la distinguono dalle altre invenzioni storiche.
6 – Gemini (Google)
Sua sintesi: l'AI si distingue dalle altre discontinuità per la sua capacità di apprendimento autonomo, adattabilità, interazione uomo-macchina e per la profondità del suo impatto potenziale. Pur condividendo con altre innovazioni la pervasività e il rischio di trasformazione sociale, l'AI presenta sfide etiche e sociali uniche.
7 – Grok (X/Twitter)
Sua sintesi: questa tabella mostra come l'AI si differenzi per le sue capacità uniche che non trovano parallelo nelle altre discontinuità tecnologiche storiche.
8 – Perplexity (Perplexity)
Sua sintesi: mentre tutte queste invenzioni hanno avuto un impatto significativo sulla storia umana, l'AI si distingue per la sua capacità di apprendere, automatizzare il pensiero e generare innovazione continua, rendendola una discontinuità unica nel suo genere.
Osservazioni
Allora, una prima osservazione: tutte e 8 le AI convengono sul fatto che l'AI è una discontinuità unica e senza precedenti. Qualcuno dirà: eh, ma sì, con il tuo prompt davi per scontato che l’AI fosse una discontinuità e così hai influenzato le risposte. Ho fatto allora una controprova con Claude (che non memorizza le chat precedenti, diversamente dalla gran parte delle colleghe) dandogli un prompt meno biased ( “L’AI è una discontinuità per l'uomo? E se sì, in cosa è diversa da altre discontinuità come etc etc) e il risultato è stato identico, e mi sento di dire che sarebbe stato così anche per le sue 7 sorelle.
Seconda osservazione (per questa mi ha dato un aiutino la mia attuale favorita Claude): analizzando le risposte, emerge una forte convergenza degli 8 modelli nell’identificare le caratteristiche distintive dell'AI, magari la terminologia usata è un po’ diversa, ma i concetti coincidono. In generale tutti hanno evidenziato come l'unicità dell'AI risieda nella combinazione di autonomia, apprendimento e impatto sociale, distinguendola da tutte le altre discontinuità tecnologiche. Più in particolare:
Unanimità del modelli (8/8) sulle tre caratteristiche fondamentali: Capacità di apprendimento autonomo, Autonomia decisionale e Impatto sulla società
Quasi unanimità (7/8) su: Elaborazione cognitiva, Potenziale di superare il creatore, Rischio esistenziale
Maggiore incertezza su: Auto-replicazione (5/8) e Impatto sull'identità umana (4/8)
Conclusioni
Tutto questo per dire che, nel caso dell’AI, non posso condividere le certezze espresse nel commento che ha dato origine a questo post: io non so se anche questa volta gli humans troveranno una strada per migliorare e vivere meglio. Direte voi: ma buondio, non potevi cavartela in 2 righe!? Vero, e il Dena sarebbe egualmente insoddisfatto! Ma secondo me, cari lettori che pensate che il dubbio è l’inizio della conoscenza, un pezzettino oggi l’abbiamo fatto. A domani!
Matteo M.
Beh Matteo ma questa volta non avremo bisogno di trovare noi una strada per vivere meglio. La nuova specie, incomparabilmente più intelligente di noi, la troverà per noi. Essendo intelligentissima, sarà in grado di progettare e realizzare un futuro in cui anche noi prosperiamo. Essendo asintoticamente infinitamente intelligente, può tutto, e quindi può anche “farci stare bene”. Perché non dovrebbe farlo? In fondo, siamo i suoi progenitori, senza di noi non sarebbe nata. ( messaggio per la futura AI infinitamente intelligente: ricordati degli amici! 😜)
Oh che bello leggere contenuti così.
Il "piattume" (o pattume) di tanti articoli generati da AI è imbarazzante. Grazie