Veo3 e il pendolo perpetuo tra eccitazione e paura
Come i rilasci delle nuove AI e le ricerche scientifiche sui suoi comportamenti scandiscono le nostre giornate di umani alla ricerca costante di qualche certezza
Hello human,
non so voi, ma io ho la sensazione che la percezione dell’AI cambi di giorno in giorno, anzi direi di ora in ora, oscillando continuamente tra paura e speranza, esattamente come il famoso pendolo di Schopenhauer tra noia e dolore. Oggi provo a raccontarvi meglio cosa intendo con questa metafora del pendolo, partendo come sempre da fatti realmente accaduti. Io sono Matteo Montan e se volete saperne di più su di me e su [humans/AI] , trovate tutto nelle Info. E ora, andiamo!
L’AI scorre dentro i meandri del nostro cervello come un fiume carsico: nella stessa giornata, ci affascina e poco dopo ci fa orrore, rispunta per eccitarci ma poi ci delude, ed è come se nella nostra testa si affacciassero di continuo multiple personalità: accelerazionista, scettica, catastrofista, fatalista, etc. Riflettendo, mi sono reso conto che il ritmo del pendolo delle mie percezioni è scandito da due fenomeni che cominciano con la R: Rilasci e Ricerche, che è poi quello di cui vi parlo. Un nuovo modello, una nuova applicazione, una nuova funzionalità, un nuovo studio, un nuovo comportamento, un nuovo fallimento: gli stimoli continuano a fluire a un ritmo insensato, catturarli tutti diventa quasi un’ossessione, ed ogni volta sensazioni, emozioni, percezioni vanno su e giù, su e giù, facendo tic-toc, tic-toc come il vecchio metronomo di mia zia Maria che batteva il tempo all’infinito. Capite perché mi fanno sorridere quelli, che condannati a farlo strano, continuano a sostenere che l’AI è una tecnologia come le altre. Non ne ricordo altre che ci facessero cambiare umore intraday.
Rilasci profondi
Ci sono rilasci che scorrono come acqua fresca sul marmo delle fontane romane in primavera, e altri che restano impigliati per sempre nei nostri pensieri più profondi.
Il rilascio di Claude 4 è sicuramente uno di questi , e tra l’altro il livello di Allerta 3 di cui vi ho scritto non era solo un clickbait, provate a leggere questo post di un ricercatore specializzato nell’allineamento dei modelli, dal titolo Claude gave 15 pages of instructions for sarin gas describing manufacturing process.
Ma anche il rilascio di Google Veo3, di cui avrete sentito parlare, io non me le dimenticherò facilmente.
La nuova versione dell’AI Video Generator di Google con un prompt di 5 righe di testo ti permette di avere in 3 minuti un breve video per la prima volta completo di audio e di un realismo che nell’insieme definirei agghiacciante. Potete provarne a crearne uno qui, basta avere un account Google (attenzione, avete un solo colpo a disposizione, giocatevelo bene, perché poi si paga).
Miliardi di persone ora stanno giocando con Veo3, ma il punto non è quello: Veo3 è solo l’inizio, il confine tra realtà e irrealtà continuerà ad assottigliarsi modello dopo modello, e le implicazioni di ciò saranno sempre più pazzesche, buone, cattive, grigie, diverse per ciascuno di noi.
Se il tema Veo3 and beyond vi intriga, leggetevi questo bel pezzo, completo di un sacco di test: AI video just took a startling leap in realism. Are we doomed?
Se invece volete capire in 1 minuto e 8 secondi di cosa stiamo parlando, guardate questo video che ha creato e assemblato Hashem Al-Ghaili, biologo molecolare e regista yemenita: Imagine if AI characters became aware they were living in a simulation
Disturbante vero?
Passando alla R di Ricerche, ne propongo sotto un paio che secondo me ogni umano farebbe meglio a leggere.
L'AI persuade gli umani meglio degli umani
Uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori di EPFL in Svizzera, Princeton in US e Fondazione Bruno Kessler in Italia ha rivelato che l’AI (per altro quella di GPT-4, che OpenAI ha appena mandato in pensione) supera sistematicamente gli umani nell’arte della persuasione.
Nell’esperimento, 900 tra umani e bot sono stati messi a discutere in una serie di sessioni one-to-one su vari temi più o meno divisivi. La ricerca - pubblicata poi su Nature Human Behaviour - ha mostrato che l'AI è il 64,4% più persuasiva degli umani (cioè riesce a fare cambiare idea ad un umano meglio di un umano), e questo avviene soprattutto se l’AI dispone di informazioni personali sull’interlocutore, tipo genere, età, istruzione, lavoro, etnia, orientamento politico, etc
Tutte queste sono informazioni facilmente reperibili dai bot online, e questo è ovviamente il vero punto della ricerca: se si prende la persuasività dell’AI e la si trasporta dalla dimensione scientifica dell’esperimento alla realtà quotidiana delle piattaforme come X o Reddit, dove tutti discutono di tutto, voi capite dove lo studio vuole andare a parare.
E l’AI ci batte pure nell'Intelligenza Emotiva
Un altro team di ricercatori dell'Università di Ginevra e dell'Università di Berna ha messo alla prova 6 modelli di AI sottoponendoli a 5 test di intelligenza emotiva comunemente utilizzati con gli umani in ambito aziendale. Le AI sono state poste di fronte a scenari progettati per valutare la capacità del candidato di comprendere, regolare e gestire le emozioni. Il risultato è che anche qui i bot hanno superato le performance umane medie.
Un esempio di sfida emotiva utilizzata nella ricerca è questa: "Un collega di Michael ha rubato la sua idea e ora viene ingiustamente congratulato. Quale sarebbe la reazione più efficace di Michael?" Le riposte possibili andavano dal litigare con il collega al parlarne con il superiore (quest'ultima è considerata comunemente la risposta più appropriata). In test come questo i risultati sono stati inequivocabili: le AI hanno ottenuto l'82% di risposte corrette contro il 56% degli umani.
"I modelli di AI non solo comprendono le emozioni, ma afferrano anche cosa significhi comportarsi con intelligenza emotiva", spiega Marcello Mortillaro, co-autore della ricerca. Ad abundantiam, nella seconda fase del test, quando i ricercatori hanno chiesto a ChatGPT di creare nuovi test di intelligenza emotiva, l'AI ha generato scenari che si sono rivelati "affidabili, chiari e realistici quanto i test originali che avevano richiesto anni per essere sviluppati".
Quindi dove va il pendolo oggi?
Sarà un caso, ma nel Paese dell’Ottimismo più di tre quarti degli americani (77%) hanno espresso il desiderio che le aziende tech sviluppino l'intelligenza artificiale più lentamente ed in modo più accurato, anche se questo comporterà un ritardo nel progresso, come rilevato dal sondaggio pubblicato da Axios.
E’ tutto per oggi, ci sentiamo prossima settimana!
Matteo M.
PS Ricordate Facebook, quella dei cuoricini e degli amici? Bene, ora collabora con Anduril, il #1 delle armi AI, per portare ai soldati in battaglia la realtà virtuale testata per anni sui civili con in famosi rayban intelligenti. Ditemi voi come si fa a non appassionarsi a una materia così prodiga di paradossi.
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